Il Cilento

Viene solitamente indicato come Monte Gelbison, ma alcuni lo chiamano anche “Monte Sacro”. È il grande cono verdeggiante che, in virtù dei suoi 1707 metri, rappresenta uno spettacolare punto di osservazione su tutto il territorio del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano con la sua costellazione di microclimi: dalla macchia costiera agli abeti delle quote più elevate. In realtà, entrambe le denominazioni condividono il significato di sacralità di questa montagna, perché in arabo Gelbison indica appunto la “montagna dell’idolo”. Tanto basta a fornire un’idea dell’alone mistico che circonda il Gelbison, un po’ come la naturale corona di nuvole che bisogna attraversare e superare per raggiungere la cima, dove nel X secolo un gruppo di monaci basiliani fondarono il Santuario della Madonna del Sacro Monte, tuttora luogo di culto e meta di frequenti pellegrinaggi.
La superba vegetazione di abeti, olmi, tassi, corbezzoli, castagni, ontani ed il sottobosco rigoglioso ci inviterà a fare due passi lungo il sentiero per il trekking che sale fino alla vetta. Il terreno in molti punti è di colore rossiccio, essendo argilloso, e tale colorazione rende il luogo veramente unico. Questa caratteristica ricorre anche più a monte, in diversi punti della montagna.

Le gole strette e profonde formate lungo il corso del fiume Calore, da Felitto a Magliano Vetere, sono oggi un’area protetta, classificata dall’Unione Europea come sito di interesse comunitario (SIC). Ci troviamo nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ed un sentiero corre proprio affianco al fiume dove lo spettacolo naturalistico e le bellezze paesaggistiche affascinano da sempre gli escursionisti. Bellissime cascate e rapide del corso d’acqua sono nascoste dalla folta e lussureggiante vegetazione.
Lungo il percorso, a partire dal ponte di Felitto, su entrambe le sponde del fiume, sono numerose le cosiddette marmitte dei giganti, queste forme carsiche possono raggiungere le dimensioni di alcuni metri e una capacità di parecchi litri.
Proseguendo si giunge alla grotta di Bernardo, nome di un antico brigante che secondo la leggenda l’avrebbe abitata.

  • Escursione lungo il letto di un fiume o in gole.

Bellissimo trekking che ci porterà sulla più alta delle tre Torri di Petina, una delle strutture rocciose più caratteristiche degli Alburni.
L’escursione partirà dal casone dell’Aresta uno degli osservatori astronomici più grandi d’Italia, attraverserà vari campi carsici e faggete fino a portarci alla base delle torri.
Una piccola ascesa ci porterà in cima alla più alta “Torre”, il Figliolo, da cui si gode un panorama incredibile.

  • Escursione con prova di arrampicata.
  • Trekking.

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